domenica 8 maggio 2011

Qualcosa accettabile da tutti nel mondo globalizzato

Ieri ho avuta l’occasione di vedere un film nato da una collaborazione tra Cina e Giappone di Zhang Yimou, dal titolo: “Mille Miglia Lontano”.

Impariamo a vedere cose e scenari diversi dai nostri. Impariamo a pensare che il mondo è molto più complesso di quello che conosciamo e se siamo saggi, reagiamo con curiosità e passione pronti ad aprire la nostra mente, affascinati da come l’uomo nella storia, di fronte probabilmente ad una stessa necessità, la sopravvivenza, si è organizzato nelle varie parti del mondo in modo così differente.

Anche nel privato, ho conosciuto molte persone, con alcune ho condiviso parte della mia vita, le ho conosciute bene, erano della stessa estrazione sociale e tutte italiane, eppure anche loro, di fronte a molte scelte reagivano con caratteristiche diverse, in fondo era divertente dover accettare un differente modo di vivere il quotidiano. Non c’è dunque da meravigliarsi che nel mondo ci siano civiltà, culture e tradizioni molto diverse! E’ strano però che la maggior parte dei popoli sia legata alle proprie tradizioni in modo tanto geloso, che si abbia tanta paura che la globalizzazione in atto possa minare la cultura di ognuno, le proprie abitudini. Le informazioni viaggiano veloci e gli uomini sono curiosi, cercano di scegliere il meglio, sembra naturale, in fondo è sempre stato così. Eppure la difesa delle tradizioni sembra essere qualcosa di sacro, si è sempre presentata come un tabù da non toccare. Alla lunga però, bene o male, il mondo è sempre cambiato, si è sempre evoluto.

A me sembra triste constatare la paura di molti verso il cambiamento. La paura è uno dei sentimenti più diffusi nel genere umano. E’ un sentimento utile se contenuto nella prudenza, è un sentimento deleterio se comporta una reazione di chiusura, di ostilità, se non di guerra. E’ facile invece constatare che le differenze sono solo un prodotto della capacità dell’uomo di pensare in modo diversificato e di abituarsi al proprio modo di pensare. Si potrebbe far fare a dei bambini di asilo o di scuola elementare dei semplici esperimenti, fare loro affrontare uno stesso tema, qualcosa da fare, da comporre, sarebbe facile verificare come il processo di soluzione scelto dai bambini, anche di stessa estrazione sociale, risulterebbe diverso da bambino a bambino. E’ una cosa magnifica, l’uomo è un essere eccezionale. E’ solo pigro, una volta imparata una cosa in un modo, sembra a lui terribilmente difficile pensare che si possa fare in modo diverso.

Ritornando al film, la storia raccontava ai giorni nostri un viaggio di un giapponese nella vastità della Cina dove trovava usi e costumi molto diversi dai suoi. Una cosa univa i personaggi del film e li univa a tutti noi, a tutti gli uomini, i sentimenti. Sembra che viviamo con tradizioni diverse, con capacità differenziate, siamo più ricchi più poveri, abbiamo religioni diverse, ci muoviamo dentro regole codificate in modo differente che ci costringono a costumi anche contrapposti, ma al nostro interno abbiamo tutti gli stessi sentimenti. Amiamo i nostri figli, siamo attratti dal sesso, abbiamo bisogno di rapporti sociali, vogliamo essere considerati, abbiamo bisogno di amare qualcuno. Qualcuno ha detto: distinguetevi per come vi amate gli uni con gli altri. Era una buona trovata! Le regole, le usanze, le tradizioni sembrano figlie solo della pigrizia e della paura.